Sempre più le progettualità locali richiedono ai soggetti attuatori e alle comunità di riferimento di approntare e sperimentare modelli gestionali complessi e plurali per l’introduzione di nuovi spazi urbani, o di nuovi servizi e spesso anche di nuove infrastrutture. Verificare la capacità di tenuta economica e sociale delle azioni di progetti di rigenerazione urbana è atto cruciale e fondativo dello stesso progetto, anche per evitare definitivamente la nascita di contenitori e servizi che alla fine degli anni di sostegno al progetto diventeranno nuovamente vuoti urbani e simbolo di fallimento delle policy di sviluppo locale. Ci troviamo in uno spazio grigio che prova a rendere fruibili con continuità oggetti pubblici identificabili come dotazioni urbane se non come beni comuni urbani e che tuttavia per la loro posizione devono essere gestite attraverso una strategia locale che sia sostenibile ma che non generi polarizzazione di profitti.
Mutuando le esperienze più complesse del service design, Città fertile ha elaborato un laboratorio snello ma puntuale utile a redigere in maniera preventiva una strategia di gestione dello spazio o del servizio urbano complesso che si può sintetizzare evidenziando i tre step di progettazione partecipata immaginati:

1. definire il sistema di attori in grado di incidere sulla capacità gestionale dello spazio o del servizio e profilare per ognuno i benefici in termini di ricadute dirette e indirette;
2. definire le azioni-guida di cui si compone la progettualità, e che risultano legate allo spazio o servizio da gestire, distinguendo tra quelle temporanee e quelle continuative e tra quelle a forte contenuto sociale e solidaristico e quelle che hanno una predisposizione al mercato.
3. Valutare attentamente un sistema preliminare di entrate e uscite reali legate alle azioni del punto 2 e un target esplicito di fruitori/utenti.